Valentina Santoni: “La voglia di lavorare non mi manca, al rifugio Pernici ho realizzato un sogno”

Valentina Santoni e il suo giovane staff ci hanno accolti nel loro rifugio, il Pernici. È in questo luogo incantevole delle Alpi ledrensi, a pochi chilometri da Riva del Garda, che abbiamo avuto la possibilità di parlare di questo anno trascorso e delle nuove aspettative finalmente realizzate. Un sogno che prosegue con la voglia di dimostrare che ci sono ancora tanti giovani che hanno voglia di mettersi in gioco e di lavorare.

Di Massimo Dorigoni.

Valentina, è trascorso un anno da quando hai fatto la scelta di gestire il rifugio Pernici. Quali le tue sensazioni?

È passato giusto un anno da quando ho iniziato questa nuova attività, ma soprattutto è trascorsa l’estate e parte dell’inverno e mi ritengo soddisfatta. Diciamo che posso ritenermi felice di questo mio nuovo cammino e di come è andata. L’inizio è sempre un punto di domanda, si parte sempre con tanta voglia di fare e con un nutrito programma quindi poi non si è mai sicuri di come andrà a finire. Fino ad ora è andata bene e mi auguro continui così naturalmente. 

Lavorare in team non è sempre facile. Ma siete un bel gruppo e penso sia un valore aggiunto…

Lavorare in gruppo non è facile. Lavoriamo e viviamo sostanzialmente tutti assieme considerando che chi fa la stagione in rifugio vi rimane anche a dormire. Non è facile quindi per ognuno trovare i propri spazi. Di positivo c’è che si riesce a creare una bella atmosfera e far nascere tra noi “quasi” una nuova famiglia.

Il giovane Staff del rifugio Nino Pernici (foto archivio Valentina Santoni)

Molti gli escursionisti che giungono al rifugio soprattutto nel fine settimana. È sempre possibile soddisfare le varie richieste? Qualcuno di loro ha espresso esigenza particolari?

Abbiamo la fortuna di lavorare in un luogo dove le persone arrivano con poche pretese e con tanta comprensione. Succede comunque che qualcuno abbia qualche esigenza particolare e faccia delle richieste difficili da soddisfare però spesso basta poco per spiegare la nostra difficoltà nel reperire qualcosa. Veniamo sempre apprezzati e capiti in quello che facciamo nonostante questo. Diciamo che quello del rifugio è un mondo che mi piace.

È possibile raggiungere il rifugio e goderlo nelle quattro stagioni?

Sì, è possibile raggiungere il rifugio anche d’inverno. Quest’anno abbiamo chiuso un mesetto tra metà gennaio e metà febbraio per riposarci un po’ in vista della stagione estiva. Generalmente facciamo tutti i fine settimana e le vacanze di Natale dal 26 di dicembre fino all’epifania dove siamo aperti tutti i giorni. L’inverno è comunque sempre un punto di domanda. Se è brutto tempo magari il week-end salta, quindi è sempre meglio fare una chiamata è controllare l’effettiva apertura piuttosto che arrivare e trovare il rifugio chiuso. Se è bel tempo nei fine settimana il rifugio, mese di chiusura a parte, è sempre aperto.

L’incantevole rifugio Bocca di Trat – Nino Pernici (foto archivio Valentina Santoni)

Un’esperienza sicuramente positiva. Consiglieresti di intraprendere questa attività ad altri giovani? E perché?

Consiglierei questa esperienza non solo ai giovani ma a chiunque altro. Naturalmente deve piacere stare a contatto con le persone, si deve stare bene nell’ambiente di montagna. Il lavoro che noi facciamo è molto apprezzato, se poi si è un bel team e si ha il sostegno delle persone che ci circondano è sicuramente un lavoro appagante. Quando poi c’è l’approvazione delle persone più esperte di noi passa anche il messaggio forte che ci sono giovani che hanno voglia di lavorare e mettersi in gioco e realizzare i propri sogni.

info: Rifugio Bocca di Trat – Nino Pernici